Di seguito verranno riportate alcune notizie di questa famiglia ricavate dalla pubblicazione "Memorie"del Da Ronco.
I dati dei registri parrocchiali, che ovviamente partono soltanto dalla seconda metà del ‘500, alle volte non concordano con i dati del Da Ronco; riteniamo comunque interessanti questi ultimi del quale proponiamo le Note.
La Famiglia Zandonella di Dosoledo ebbe il suo ceppo e l’autore del suo cognome in Giovanni Di Donella, nato a Stalnovo nella prima metà del secolo 14° e morto tra gli anni 1416-1422.
Ebbe Giovanni due figli, Francesco e Giacomo e, molto probabilmente, un terzo chiamato Osvaldo. Quest’ultimo, avendo militato negli eserciti degli Imperatori Carlo 4° e Venceslao suo figlio, ebbe dall’ultimo, in premio del suo valore, il privilegio di inserire nel proprio stemma lo stemma imperiale che era l’Aquila onde i suoi discendenti si dissero e si dicono Zandonella Dall’Aquila.
Essendo Osvaldo senza discendenza, la sua eredità e l’annesso titolo nobiliare passò al fratello Giacomo che fu quindi il progenitore della famiglia Zandonella Dall’Aquila. L’altro fratello Francesco fu quindi il progenitore di tutte le altre famiglie Zandonella di Dosoledo.
Nei primi anni del 1400 Giacomo si trasferì da Stalnovo a Dosoledo e col suo ingegno e la sua operosità si creò una condizione economica alquanto agiata.
Parecchi suoi discendenti diedero lustro alla famiglia ed al paese: alcuni come notai, altri come sacerdoti, altri ancora con cariche pubbliche sia in Comune che nel Cadore.
Di seguito ne accenneremo qualcuno:
Osvaldo: fu Pievano in S. Stefano di Cadore dal 1509 al 1530. Nel 1521 persuase i suoi compaesani di Dosoledo ad erigersi una chiesa che non ne avevano e che fosse intitolata a S. Rocco e a S. Osvaldo.
Don Osvaldo ebbe un figlio, Girolamo, avuto dalla propria domestica Caterina Miotto, per cui tutti gli Zandonella ed i Miotto di S. Stefano discendono da questi.
Giampaolo nipote del precedente: fu Pievano di S. Stefano dal 1537 e dal 1569 Arcidiacono del Cadore.
Odorico (1541-1607) nipote del precedente: fu Pievano di S. Stefano dal 1573.
Giulio (1554-1608): fu celebre Notaio e Marigo del Comune di Candide nel 1597.
Giovanni (1587-1623): fu Pievano di S. Stefano dal 1613, Regoliere ad onorem e Protonotario Apostolico.
Giampaolo (1595-1670): Notaio e Marigo di Candide nel 1619 e nel 1630; in quest’ultimo anno riformò il laudo. Contribuì perché la Chiesa di Candide fosse smembrata da quella di S.Stefano ed eretta a Pieve. Nel 1637 ottenne dal Patriarca Marco Grandenigo l’autorizzazione di erigere per sé e famiglia un tumulo nella chiesa di S.Rocco di Dosoledo. Quel tumulo, molti anni dopo, fu restaurato e coperto con altra lapide sulla quale fu incisa questa iscrizione: Monumentum familiae Zandonella Ab Aquila.Lapis haec denno apposita fuit A.1730. Ora quella lapide copre il tumulo eretto per la famiglia nel cimitero di Dosoledo dal 1838 anno in cui la vecchia chiesa di S. Rocco fu demolita e tolto quindi anche il tumulo che quella chiesa conteneva.
NB:quella stessa lapide, previa autorizzazione, è stata utilizzata dalla famiglia Zandonella Baimonego dal 1921 al 1970 per coprire i propri morti. Ora si trova a disposizione delle istituzioni locali che per onorarne la Famiglia, che tanto lustro ha dato a Dosoledo, dovrebbero dare seguito al desiderio dei discendenti del Casato di riporre la lapide nel cimitero di Dosoledo.
Odorico (1629-1678): Pievano di Ampezzo.
Giambattista (1648-1723): Notaio del Consiglio di Cadore, Marigo di Candide per innumerevoli anni, ufficiale della Centuria di Comelico Superiore, membro del Consolato Cadorino.
Ospitò in casa sua nel 1722 e 1723 Andrea Brustolon che in quegli anni costruì, per la chiesa di Dosoledo, l’altare dell’Addolorata. Nel frattempo l’illustre ospite intagliò nel soffitto in legno di una stanza della casa Zandonella un medaglione con lo stemma della famiglia. Questo pregevole lavoro disgraziatamente perì nell’incendio del 24 ottobre 1874. Quell’incendio, oltre ai danni gravissimi recati alla casa Zandonella Dall’Aquila (costruita nel 1665), distrusse trentacinque fabbriche nel mezzo del paese.
"Quella casa poi fu venduta alla Frazione di Dosoledo che la riattò e ne fece l’abitazione del suo mansionario, ed il venditore, il Sig.Giulio, si costruì un’altra casa in bella posizione, su elegante disegno, dai cui veroni a sera e a mezzogiorno la vista domina la selvosa vallata che discende dal Montecroce, la costa boscosa ai cui piedi mormora il torrente Padola, e lo sfondo stupendo dei monti che s’inalzano di fronte a S.Stefano".
N.B.Quest’ultima casa,costruita nel 1882, fu venduta, il 4 agosto 1929, ai figli di Zandonella Sarinuto Giovanni per la somma di £.88.000.
Giampaolo (1654-1732) : Pievano in Ampezzo dal 1678.
Odorico (1658-1685): Sul registro parrocchiale si legge:" Il Clarissimo et Nobile signor Odorico Zandonella dall’Aquila di Dosolè, in titolo di volontario al primo attacco del castello o fortezza di Essech (città della Schiavonia nell’Impero Austro-Ungarico) nel Reggimento del Principe di Lorena comandato dal Conte Lodovico Cameriere di Sua Cesarea Maestà e Tenente Colonnello, benemerito, assalito d’una archibugiata per difesa della santa fede, passò felicemente al Creatore d’età d’anni 27 incirca."
Giulio (1664-1712): Sacerdote col titolo di Decano di S.Giovanni di Leoggenthall in Baviera. Versatissimo nelle scienze ecclesiastiche fu assunto come Vicario Generale dal Principe Vescovo di Chiem-see (Salisburgo) e poi dal successore Monsignor Sigismondo dei Conti di Castelbarco.
Giovanni (1688-1740): in vecchiaia si ritirò a vita eremitica nel convento del Froppa (Domegge)con il nome di fra Arsenio.
Francesco (1684-1721): Trasportò il suo domicilio in Presenajo, ottenne il diritto per sé ed i suoi successori di essere aggregati a comunisti di Oltrerino e divenne l’autore della famiglia Zandonella Dall’Aquila di là. Anche lui, come il fratello, si ritirò poi in un convento col nome di P. Felice Agostino. Morì a Udine.
Virginia Veronica (1736-1760): rimasta unica rappresentante della famiglia Zandonella Dall’Aquila di Dosoledo sposò il lontano cugino Giovanni Antonio della famiglia Zandonella Dell’Aquila di Presenajo. Morì a causa di un parto gemellare il 26 gennaio 1760 nel quale rimase tuttavia viva una bimba. Il marito poi si risposò con Maria Solero di Sappada che lo rese padre di innumerevole prole.
Virginia Veronica (1760-1840): figlia della precedente andò in sposa a Benedetto Zandonella Sommerta.
Giambattista (1767-1836): caro al Pievano di Candide don Giampietro Talamini, studiò filosofia e teologia nel seminario di Udine. Passò poi all’Università di Padova dove ne usci dottore in ambe le leggi. Insegnò a Ceneda e Belluno. Nel 1814 ritornò a Padova e fu eletto professore di storia ecclesiastica in quella Università. Fu anche Rettore magnifico e promosse dal governo delle utili riforme.
Giovanni Antonio (1792-1855): Diresse la pubblica amministrazione del Comune di Candide fino al 1843 quando trasferì la sua famiglia a Conegliano. In occasione dell’immane incendio di Padola (mercoledì 21 ottobre 1845) che distrusse le abitazioni di ben 147 famiglie con i rispettivi fienili, il coperto della chiesa e le due campane maggiori, cagionando un danno che fu valutato circa 100.000 fiorini, Giovanni Antonio fece a quel paese soccorsi non ordinari.
Ferdinando (1838-1875): Nel 1859 emigrò oltre il confine e si arruolò nell’esercito italiano. Prese parte alle battaglie di Palestro, Magenta e S.Martino. Nel 1860 fu a Castelfidardo. Nel 61 combattè contro i briganti nel napoletano e fu decorato di medaglia al valore. Passò poi in Sicilia dove fu ferito, a Livorno, a Napoli, a Genova, a Cuneo e poi a Torino. Scoppiata la guerra del 66 fu tra i primi alla battaglia di Custoza col grado di Luogotenente. Nel 67 seguì Garibaldi sulla via di Roma; nel 68 fu a Bologna, poi a Lugo e Massa Lombarda. Nel 70, quando oramai l’unità d’Italia si era compiuta, diede le dimissioni e si ritirò dalla vita militare. Nel dicembre 1874 condusse in moglie Clarice Olivo di Pieve di Cadore, una sua lontana parente, ma dopo pochi mesi, principalmente per i disagi e le fatiche sofferte, cessava di vivere nella ancor florida età di anni 37.
Giulio(1829-1905): Dottore in matematica-la gente lo conobbe come il "sior Giulio". E’ lui che vendette alla Frazione di Dosoledo il palazzo di famiglia ed è lui che fece costruire la casa per le vacanze acquistata poi dai Zandonella Sarinuto. Ebbe i seguenti figli:
Antonietta(1858-1934) sposata a Nicolò Del Giudice di Conegliano.
Giovanni(1871-1886): mori di polmonite a seguito di una gita sul Quaternà.
Francesca(1873-1881)
Odorico(1875-1876)
Sofia(1877-1904): Sposò Vito Manzari della città di Bari e morì di parto.
Ida(1879-1911): Sposò Marco Michielini di Vittorio Veneto
Egilda(1881-1973): Sposò il cognatoVito Manzari
Francesca, detta Fanny(1882-1981): Sposò Vito Amoruso di Bari.